Tessera da socio del circolo vizioso

Ieri, un torrido 10 di Agosto, mi sono unito a Salvatore Antoci in un lavoretto di manutenzione "ordinaria": la riparazione di una panchina (qui le foto di prima e dopo). Ovviamente non facciamo parte della "squadra di manutentori del Comune".

Durante la riparazione, diverse persone ci guardavano, qualcuno si è avvicinato e qualcuno si è complimentato con noi per il lavoro che stavamo facendo. E ci hanno anche indicato la prossima panchina da riparare. Quello che non ho realizzato subito, e che il buon Salvatore mi ha fatto notare, è di quanto sia "strano" vedere la "manutenzione".

Finita la riparazione, mi sono girato intorno e ho notato l'enorme quantità di immondizia presente nel parco. Certo, fior fior di commentatori, politici e "giornalisti" si affrettano a commentare la vicenda dell'azienda speciale sui servizi, ma nessuno si è mai chiesto, in tutti questi anni: qual è il danno, non economico, ma culturale, delle varie azioni messe in atto dai vari soggetti in campo (politici/amministratori/...)?

Eccolo il danno culturale: le persone che gettano i rifiuti nel proprio parco. Le persone che, vedendo qualcosa divelta o distrutta (vedi la panchina), non spingono perché venga riparata (o si alzano le maniche e si dan da fare), ma lasciano i loro commenti arrabbiati su Facebook con chiunque (tanto, per l'Italiano medio, la colpa è sempre di qualcun altro) e passano sopra e di fianco a questo squallore senza sentirsi in colpa. Anche quando questo squallore lo hanno davanti casa.

Il problema è che questi comportamenti sono una massa critica d'attrazione, un polo magnetico per altri comportamenti negativi: prima è la carta del pacchetto di sigarette, poi il fazzoletto, poi quella del panino, poi passa qualche teppista che rompe un vetro e distrugge una panchina. Mancando il controllo, quindi, il teppista evolve in qualcosa di più grande, commette crimini maggiori, e la legalità sparisce. E' un pericolosissimo circolo vizioso, in cui ogni persona che ignora la singola carta per terra è inserito e lo alimenta.

"Secondo me gli italiani al bar, sono tutti dei grandi statisti, ma quando vanno in parlamento, sono tutti statisti da bar."
Giorgio Gaber

La fervida ed immediata (??) risposta dei cittadini è stata quella di indignarsi: in principio al bar, quindi sul sito www.q4q5.it, ora siamo passati a Facebook e domani chissà dove, ma sempre con la qualità delle chiacchiere da bar. Questa è la "tessera del socio iscritto al circolo vizioso". Un club, purtroppo, con molti iscritti.

E l'attuale amministrazione? Di sicuro, tra i lettori, ci sarà chi mi avrà già etichettato come "uno di LBC" perché non ha detto che è colpa anche loro; e ci sarà anche chi, all'opposto, dice che "vedi? è la prova che la colpa è anche di LBC". Perché un'altra cosa che non sappiamo fare in Italia è capire come funzionano le cose: vogliamo che qualcuno agiti la bacchetta magica e risolva i problemi. E senza romperci le scatole nel frattempo.

Ebbene, io non so se LBC sta cambiando, cambierà o no, le cose. Quello che so è che, in primis, decenni di autodistruzione della cultura non si riparano in 12 mesi. E, in secondo luogo, che se vogliamo che le cose cambino, dobbiamo prima cambiare noi. A prescindere dai governi.

Siamo pronti a cambiare? Bella domanda. Cambiare significa rispettare ogni legge, ogni regolamento, da "non rubare", al "buttare la carta dentro l'apposito contenitore". Significa parcheggiare solo dove è consentito; buttare la busta della differenziata solo dove e quando è previsto, significa farsi fare lo scontrino sempre e comunque, anche se si paga di più. Perché la cultura della legalità non è un prodotto, è un processo.